Atto teatrale.
Scritto con http://logomagheiros.blogspot.com/ anche se con una lieve differenza....
( giovane medico, in mano una cartella clinica, a fianco una barella con sopra un paziente e un infermiera)
I: Paziente di 82 anni, Alzheimer in terapia da 5 anni, iperteso, ieri caduta accidentale nella casa di riposo dove risiede, sospetta frattura di femore.
M: ma adesso che la vedo, lei è proprio il professor Riccardi, il prof di latino del liceo.
P : Perché sono stato così tanto lontano da Itaca, dalla mia sposa testarda…ho un forte dolore alla gamba…( pausa)…questa mai sorte, se solo fossi nata donna potrei dirmi Euridice nell’inferno insieme a Plutone.
M: ma tra tutti i problemi che ho, anche il mio vecchio prof che non connette più, beh , Francesca, vediamo di fargli un radiografia alla gamba e mandarlo a casa.
( P esce con infermiera. M rimane in scena, si guarda il cellulare, nessuna chiamata, sospira. )
M: ma guarda che mi tocca anche rivedere il prof Riccardi, non basta essere di turno alle due di notte in questo inferno? Euridice?...e inferno…peccato che io non sia Orfeo! Ma in fondo quando mai sono stato capace di fare Orfeo?.. con Pier?una litigata e mai una birra per chiarirci…..Giorgia? un amore sputtanato dietro al troppo lavoro….al mio idealismo come lo chiamava lei….che poi anche Orfeo in fondo ci credeva veramente? Mica pensava davvero che gliela avrebbero fatta portare fuori dall’inferno la sua Euridice?
Lo conoscevano, loro erano Dei e sapevano già che si sarebbe voltato…in fondo me lo dice sempre Marco che sono troppo fatalista! Ma non ho mai tempo neanche per pensarci, con tutti malati che mi tocca vedere in un giorno...Se con quella signora dell’altra sera, quella con quegli strani lividi al braccio avessi battuto un po’ di più…magari lasciando il marito in sala d’attesa a grugnire, non mi avrebbe raccontato la balla fin troppo scontata della scala…ma sono un medico o un prete?....eccolo che torna. Lui in fondo al liceo era un prete, tutte quelle prediche…ma cosa diceva? Le ho mai ascoltate? giocavo a fare il Jack frusciante. No…non potevo gia essere di corsa allora…forse pensavo solo ad altre cose, allora quelle erano le più importanti.
( ritorna P sulla barella con l’infermiera che lo spinge, scende si mette a camminare zoppicando)
M: stia sulla barella, professore, mi cade ed è pure colpa nostra questa volta…
P: Allora colta dal pungolo d’amore inviatole da Poseidone, Pesifae, moglie di Minosse re di Creta, si fece costruire dal geniale architetto Dedalo un giovenca di legno. In essa entrata, unì la sua carne a quella del toro e da questa unione partorì, atroce vendetta di Poseidone primo padrone del toro, il Minotauro. Minosse, scoperto il frutto dell’irrazionale unione lo rinchiuse e nascose alla civile Creta.
Ma un caro prezzo: cinquanta giovani fanciulle ateniesi ogni anno condannate a scender nel labirinto e non più vedere il volto della propria madre…
M: Francesca, portalo di là e fagli un calmante. Io intanto sento quelli della casa di riposo che vengano a riprenderselo.
( l’infermiera siede P e esce con lui. Il medico telefona, nessuno gli risponde. Posa il telefono, si siede e apre un giornale. L’infermiera ritorna, sola)
I: L’ho lasciato di la a Stefano, era così agitato!
M: certo che non cambia mai niente…..noi proviamo d intrappolare la violenza, la rabbia che ci costringono a mangiare ogni giorno, ma tanto esce, per forza guarda quanta gente che ci arriva ogni giorno senza niente in realtà, ma solo incazzata col mondo….vero ?
F: sì, e poi si sfogano soprattutto con noi. Come il rumeno dell'altro giorno, che si chiamava strano, che si era preso il dito in qualche macchinario...che mentre lo medicavo mi diceva che tutti gli altri che lavorano con lui in quel periodo erano in ferie, quindi gli toccavano troppe ore al giorno oltre a quelle che faceva in nero normalmente, e ce l’aveva col capo che lo fa lavorare troppo, con i colleghi che ognuno pensa per sé e via, Con la moglie che gi rinfaccia che porta troppi pochi soldi, con i figli che si dannano l’anima ma se c’è sempre l’ennesimo figlio di papà che ti passa davanti…
M: che l’altra sera parlavo con un ematologo francese qua per un congresso, bè sua madre prima viveva in una banlieu e adesso si è dovuta trasferire e si è ridotta a votare Le Pen, sperando che non debba mai più vedere dei ragazzini che le bruciano la macchina…
F : ma poi tu sei così sicuro che tutta questa violenza non sia solo uno dei tanti nostri avanzi……in fondo a noi le banliue fanno comodo….noi siamo tranquilli dalla parte giusta, loro da quella sbagliata: sono tossici, poi rubano, bruciano, non vanno a scuola.Ma noi vorremmo che i nostri figli crescessero con loro?
M: tu hai ragione. Ma poi anche tu, non prendiamoci in giro, quando sei vicina a un nero sul tram, la borsetta te la stringi stretta. E ti capisco anche. Alla fine ha ragione lui: ai greci andava bene, era fin troppo facile capire chi era il male, il mostro, chi la vittima….
Siamo tutti nello stesso labirinto, e non abbiamo più vittime innocenti da mandare…..
F: sì sì hai ragione, mi chiamano di là. Vado.( I ,non convinta, si allontana )
M: Vedi se ci penso mi sono dimenticato che le cose che questo vecchio pazzo mi raccontava mi piacevano anche . Ci pensavo un sacco, il pomeriggio…bè quando non pensavo ad Erika o qualche altra. Vedi, però, allora cambiavo una fidanzata a settimana. E non me ne fregava niente. Che poi non è che Achille grande eroe fosse perfetto come vuole far credere Brad Pitt…….come era già? Si era vestito da Donna, fra le figlie di quel re…va bè come si chiamava il re non mi ricordo;ma se cercassi sul libro del liceo troverei le pagine tutte consumate. Lui figlio di Dea arrivare ad umiliarsi, negare se stesso…Però, forse, per non morire chi è che non lo farebbe? Oggi chi non è pronto a barattare un etto della sua dignità anche solo per non passare un weekend da solo?E l’ho fatto anche io, in fondo. E l’alternativa non è morire con una freccia nel tallone….però io non passo alla storia, lui si…Che poi a ripensarci uno come Achille non sarebbe riuscito a fare a meno delle sue armi per sempre. Quel furbacchione di Odisseo ha solo accorciato i tempi…ma gli Dei in fondo erano stufi della pace e degli eroi, la guerra di Troia doveva iniziare subito. Che poi un Dio annoiato, che ne so per esempio Marte, faccio fatica a vedermelo…per loro siamo come i lego nelle mani di un bimbo….
( suona il telefono)
M: Pronto Soccorso, dica.( pausa) Va bene, allora avviso l’infermiera che arrivate.
M( rivolto verso l’uscita): Francesca, hanno telefonato dalla casa di riposo, vengono a riprendersi il professore.
I( da fuori): Bene, ora sta parlando di un certo Admeto, va sempre peggio, eh?
M: (verso fuori)Grazie. ( di nuovo tra sé) Admeto, il fanciullo amato da Apollo…questo mito me lo ricordo benissimo. L’ho sempre trovato affascinante, addirittura assurdo. In fondo non lo si può capire, è troppo assurdo. Certo che a pensarci mi piacerebbe essere un prof. Sedermi sulla cattedra davanti a venti ragazzi e cominciare a raccontare loro qualcosa, ma ci riuscirei?….lo so già, la mia vita si intrometterebbe…..se iniziassi a parlare di colui che tra gli dei è il modello nell’Amore, il divino Apollo. ( ora rivolto ad un immaginario pubblico ) Lui che sempre è l’amante, quella sola volta si fece oggetto d’amore, si fece pagare per esserlo: ( a se stesso)noi oggi questo tipo di scambi li fuggiamo, preferiamo comode rate non rimborsabili….Punito da Zeus, per colpa del figlio, fu mandato sotto mentite spoglie come servo al re di Fere in Tessaglia. E di questo re si innamorò come solo un Dio può fare: e certo poi un Dio non si deve mica confrontare con le piccole fatiche quotidiane…colla spesa da fare…le vacanza da decidere….. Per lui confuse il divino con l’umano, il cielo con la terra, l’amante con l’amato…faccio fatica a confonder il mio letto con quello di un’altra…. Ma andò ancora oltre. Quando giunse l’ora per Admeto di morire, Apollo, arriverà a fare ciò che nemmeno Zeus per l’amato Sarpedonte osò fare: ubriacò le Moire, figlie di Ananke, la Necessità, tessitrici silenti delle trame ordinate del mondo. …e io che non riesco nemmeno ad ingannare le scadenze di fine mese o il trillo del cellulare..Altri raccontano che ancora Admeto vive, e al suo posto di tanto in tanto qualcuno, come per prima fece la moglie Alcesti, lascia questo mondo: non conosco nessuno, oggi, che morirebbe per un altro…. Ma si sa che in fondo nessuna di queste cose mai avvenne, ma sono sempre.
venerdì 18 luglio 2008
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