L'aria ustionante che il pulman spinge davanti a sè
insegue il ragazzo in bici,
il bufalo inferocito del motore si avvicina,
sembra volerlo strattonare, gettare a terra,
poi l'effetto doppler fa valere la sua legge,
e si allontana, mansueto:
senza pausa le iene delle macchine lo inseguono affamate,
spaventano nervose il ritmo del pedalare,
scattano mordenti al cambiare del semaforo:
poi l'ombra di una strada laterale, l'immagine periferica di pedoni innocui,
l'ultimo scampanellio a salutare gli amici:
la ferocia del sole è ora lontana, si mescolano risate ed affetti,
ma il richiamo della strada lo attende sicuro,
con le fauci pigramente spalancate.
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