martedì 21 aprile 2009

Ambulatorio di psichiatria

La mattina consegno giornali gratuiti,
regalo pagine di vita
alla gente che riesce a morderla,
mentre le mie mani, spesso, afferrano ciò che non è.
Mio padre e mio marito, impazienti,
mi attendono, cuoca ed amante,
ed il loro stupore dubbioso,
quando parlo e danzo con le ombre,
si rintana nell’oblio del click del telecomando.
La meta dei miei passi impacciati,
il colore sfocato del mio rossetto
non interessano più alla mia mente,
che cerca, ormai, solo l’oblio chimico
delle nature morte dei miei pomeriggi al plasma:
lexotan e serenase per l’invidia verso le luci dei reality,
la pace delle televendite con cui drogo i miei silenzi.
Ho letto una volta “ che la terra ti sia lieve”,
ma io sono schiacciata dalle ombre,
più pesanti del ricordo dei miei rimpianti.